E’ stato completato il restauro della Sala delle Colombe della Rocca di Vignola che torna all’antico splendore, rivelando una sorprendente qualità pittorica e una luminosità inimmaginabile.
L'opera di restauro, iniziata nel 2011 con fondi della Fondazione di Vignola. è stata presentata al pubblico sabato 22 settembre alle ore 15.30 alla Rocca, nella Sala dei Contrari. Sono intervenuti a illustrare l’intervento Giovanni Zanasi, Presidente della Fondazione di Vignola; Carla di Francesco, Direttore regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia Romagna; Bruno Zanardi, Docente di Teoria e Tecnica del Restauro, Università di Urbino e Antonio Paolucci, Direttore dei Musei Vaticani.
Al termine è stata effettuata una visita guidata alla Sala delle Colombe.
La Rocca di Vignola è uno degli edifici civili quattrocenteschi meglio conservati nei suoi aspetti originari fra quelli giunti fino ai nostri giorni. I risultati del restauro del loggiato di Piazza dei Contrari, ultimato nella primavera del 2011, avevano peraltro suffragato la tesi secondo la quale tutto il complesso della Rocca in origine fosse decorato ad affresco con motivi ornamentali riconducibili, per lo più, ai colori della casa d'Este ed a quelli della famiglia Contrari che l'aveva fatta costruire.
Incrociando i risultati delle ricerche documentarie effettuate del Centro di Documentazione della Fondazione e i saggi tecnici dell'equipe di restauratori guidata dal prof. Bruno Zanardi si era avuta la definitiva conferma del fatto che l'autore della meravigliosa cappella situata al piano nobile avrebbe sovrainteso all'intero progetto pittorico della Rocca, che in tal modo costituisce, oggi, la più vasta testimonianza esistente in Italia di decorazione civile quattrocentesca.
Nel 1907 il principe Boncompagni Ludovisi, proprietario della Rocca, avendo liberato le pareti delle sale dalle carte da parati e dalla calce che le ricoprivano, aveva deciso il ripristino della loro decorazione, condotto in diversi momenti fra il 1920 e il 1933 e ultimato con la stesura di un patina “anticante” che, secondo la moda dell'epoca, doveva prospettarne l'appartenenza ad un passato ammantato di revival gotico. Le più recenti indagini scientifiche e storico-documentarie svolte nella Sala delle Colombe avevano peraltro confermato sia l'esistenza di ridipinture, sia la presenza di uno strato brunastro che oltre ad “invecchiare” le decorazioni voleva nascondere, probabilmente, presumibili difformità fra gli originali brani quattrocenteschi e quelli rifatti; le medesime analisi avevano tuttavia pure dimostrato che l'attuale decorazione è assolutamente coerente con quella voluta da Uguccione Contrari nel secondo decennio del '400. La sola aggiunta, relativamente recente, sembrerebbe essere quella del grande camino sul quale campeggia lo stemma della casa Boncompagni Lodovisi.
In accordo con la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici per l'Emilia Romagna, la Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio di Bologna, Modena e Reggio Emilia e la Soprintendenza per i Beni Artistici, Storici e Etnoantropologici di Modena e Reggio Emilia, la Fondazione di Vignola ha pertanto dato incarico all'equipe del prof. Zanardi di realizzare il restauro di questa sala, i cui esiti si sono rivelati subito sorprendenti, evidenziando una qualità pittorica dei dipinti assolutamente coerente con le immagini sacre che il restauro della cappella ha presentato come il risultato dell'intervento di un grande protagonista della scena gotica di inizio XV secolo.
“Gli incredibili risultati del restauro della Sala delle Colombe” afferma il Presidente della Fondazione di Vignola Giovanni Zanasi “ci sostengono nella decisione di perseguire l'obiettivo, nel tempo, di completare l'intervento in tutte le stanze della Rocca, compatibilmente con la disponibilità delle non indifferenti risorse finanziarie occorrenti”.
I lavori hanno evidenziato una qualità pittorica dei dipinti che devono considerarsi come l'opera di un grande protagonista della scena gotica di inizio XV secolo; la preziosità dell'intero ciclo pittorico, peraltro, ha richiesto oltre ogni aspettativa la necessità di un intervento di restauro molto vicino a quello di un quadro, rallentando in qualche misura i tempi di lavorazione. Ma i risultati finali sono ora sotto gli occhi di tutti: la Rocca di Vignola si dimostra depositaria di un patrimonio artistico e culturale di livello assoluto, per la rarità, se non addirittura l'unicità, del ciclo decorativo che conserva.
data di creazione: | martedì 9 ottobre 2012 |
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data di modifica: | martedì 9 ottobre 2012 |